Escursione Colle della Sassa – Bionaz, Valpelline

Sto salendo: sono approssimativamente a quota 2.300 metri. Mi trovo poco oltre la strozzatura che è situata dopo aver lasciato sulla sinistra l’itinerario per la vicina Tour de la Tsa. Sinceramente non sono in gran forma. Mi gira un po’ la testa e rifiuto il dialogo con i miei compagni di gita. Le gambe non vanno e nell’aria c’è la sensazione che questa sarà una giornata sprecata dal mio pessimo umore. Il mio silenzio mi fa pensare … ma quanto è profonda la Comba della Sassa? Quanto spostamento occorre per raggiungere almeno il bivacco Ceresa-Sassa, obiettivo minimo di giornata?

Il camminare dentro questo infinito vallone rafforza l’idea che la Valpelline deve essere considerata una sorta di provincia autonoma della Valle d’Aosta. Arroccata tra lo spartiacque di confine con la Svizzera ed una catena fatta di montagne disperatamente a pezzi, dalla Becca Chatelè alla Becca Bovet per terminare con la Becca des Lacs, la Comba della Sassa è un vallone nel nulla, dal fascino inestimabile colmato dal senso dell’avventura irraggiungibile altrove. E questa profonda incisione, che sale in direzione NE e culmina con la Gran Becca Blanchen (3.580 m.), regala con generosità queste sensazioni. I telefonini tacciono privi di segnale ed è probabile che qui non prende nemmeno nessun dio. Ma quando si poggiano gli sci sulla cornice sospesa del colle della Sassa, di colpo il senso del bello ti colma l’animo di gioia. E’ incredibile quanto faccia bene vivere un momento del genere, dovuto anche agli straordinari scenari che l’alta Valpelline dispensa in abbondanza.

Svoltare a sinistra poco prima di incontrare l’abitato di Bionaz, e salire in direzione del lago di Place Moulin. Un paio di chilometri ancora per giungere al parcheggio di Chamen, quota 1.710 m. Una palina gialla indica la direzione per il Bivacco della Sassa (anche Ceresa, quota 2.973 m., 3h 45 m.). Il primo tratto della gita si svolge lungo l’interpoderale che sale all’Alpe Grand Chamen, 2.018 m. (altro cartello per il bivacco: 3h 35 min. – non siete diventati dei fenomeni. E’ solo sbagliata l’indicazione!). Si prosegue su percorso in blanda salita fino al grande pianoro oltre l’Alpe la Crotta, 2.271. Salendo, alla destra, si dovrebbero trovare ampi depositi di valaghe, scaricate dai “rottamati” fianchi della Becca Chatelè. Porre attenzione nel caso in cui i pendii fossere ben carichi in questo punto.

Una volta raggiunto il grande pianoro che culmina, alla destra con la strozzatura per l’alta Comba della Sassa e, alla sinistra, con il ripido scivolo per l’erto vallone della Tour de la Tsa, proseguire senza indugi verso l’ombrosa valle. E’ difficile resistere al pendio ben assolato che conduce alla Tsa, ma questa volta la meta è il Colle della Sassa! La marcia riprende nel fondovalle buio, mentre il sole lavora lontanissimo, sulle creste dell’Aouille Tseucca e della Becca Labie. Schiacciata dalla lontananza, solo dopo essersi addentrati nello stretto budello compare la Gran Becca Blanchen, alla destra della quale si trova il profilo bianco immacolato del Colle della Sassa.

Finalmente si incomincia a capire qualcosa in più di questa lunga e mutevole comba. C’è una ripida salita intermedia, sulla cui sommità è posto il poco visibile bivacco della Sassa. Questa specie di “colle di mezzo” nasconde la vista ad una buona porzione del vallone, ma non può impedire di osservare l’altopiano sopra il quale è posto il piccolo Ghiacciaio della Sassa. La marcia è agevole fino a quando si incontrano le prime pendenze secche citate poc’anzi. Da quota 2.600 m. circa ha inizio il ripido strappo, oltre il quale è situato un bel pianoro. Giunti al culmine di questa erta intermedia, finalmente la struttura del bivacco si materializza al di sopra di un ripiano roccioso alla sinistra.

E’ piacevole l’attraversamento del pianoro posto ai piedi del ghiacciaio della Sassa: concede un po’ di tregua, prima dell’assalto finale. Il percorso procede ora compiendo un lungo semicerchio attorno al bivacco, sfruttando il tratto pianeggiante. Al termine di quest’ultimo occorre deviare verso il contrafforte roccioso delle Blanchen (Grande e Petite) e, a quota 3.000 m. circa, incomincia un lungo traverso in direzione del centro del vallone che permette di superare il salto di roccia che sostiene il piccolo ghiacciaio della Sassa. Questo è un tratto molto insidioso, perchè si svolge su pendio mediamente ripido, marciando a mezzacosta su appoggi deboli. Inoltre qui la neve è spesso ghiacciata. Non esitare a calzare i rampant se necessario: il bordo del catino non è poi così tanto distante.

Superato questo tratto un po’ “scabroso” si procede per facili ampi pendii fino al raggiungimento del Colle della Sassa, posto esattamente al centro tra la Gran Becca Blanchen e la Becca des Lacs. Dopo tanto faticare, il finale della gita è semplice oltre ad essere privo di brutte sorprese. Occorre comunque ricordare di essere su di un ghiacciaio, piccolo, ma sempre tale è! Percorrendo il suo profilo destro orografico (sinistra salendo), non dovrebbero esserci problemi. In ogni caso occhi ben aperti.

Giunti al colle, spostarsi ancora per 50 metri circa sulla destra per godere appieno del panorama grandioso offerto dalla zona del Collon e della Dent d’Herens. Il versante NE del Colle della Sassa sprofonda in un baratro ripido, delimitato da una strettisima lingua di neve che confluisce nel Ghiacciaio d’Oren Sud. Davvero emozionante la serie di profili di vette che si propongono alla vista: la Punta Kurz, il Mont Brulè, la Tête de Valpelline ed i Dents des Bouquetins. Oggi è nascosta nella bufera la Dent d’Herens mentre è libera da nubi la catena delle Grandes Murailles. Voltando completamente le spalle, domina la scena la Becca d’Epicoun (o Becca Rayette), dietro la quale appare il bianco ghiacciaio di Rayette che separa la piccola asperità rocciosa del Noued de la Rayette dal Monte Cervo. In basso, contrapposto al centro della Comba della Sassa, il bel vallone della Tour de la Tsa.

Per chi non conoscesse la zona, in tutta franchezza, il Colle della Sassa è in realtà un traguardo intermedio, perchè lo scivolo innevato che si incunea fino a quota 3.502 m. tra la Gran Becca Blanchen e la punta sud è senz’ombra di dubbio l’itinerario principe. Sono altri 250 metri di salita, circa, estremamente duri che innalzano ancora di più la qualità tecnica della gita. Questo prolungamento è però destinato a coloro i quali hanno nelle gambe escursioni di grande dislivello. … sarà per la prossima volta.

La discesa avviene lungo lo stesso itinerario della salita, anche se è possibile trovare tracce che, attraversato il ghiacciaio, si spingono ai piedi della Becca Bovet per sfruttare un bel tratto che dovrebbe garantire neve fresca anche a stagione inoltrata. Dato che la salita al Colle della Sassa è una gita di alta stagione, non è male rimanere sulle scie dell’andata per sfruttare i pendii ben trasformati. Sempre su neve primaverile è molto bello anche il pendio ai piedi del bivacco e tutto il tratto in falsopiano sino al ricongiungimento con l’itinerario della Tsa. Il resto è solo discesa in piano, poi lungo l’interpoderale, sperando di non dover togliere gli sci troppe volte.

Quando ormai la giornata sciistica volge al termine, dopo tanta bellezza selvaggia, la Comba della Sassa regala ancora l’ultimo scorcio da favola: la regolare piramide della Becca di Luseney e la catena di guglie gotiche composta dalla Becca d’Arbiere, dalla Punta Motagnaya e dalla Becca del Merlo. Non rimane altro che scendere al fondovalle, con il morale riassestato e consapevoli di aver vissuto una giornata “al di là dei luoghi comuni”.

Info per Colle della Sassa

Altitudine: 3.259 m.
Quota partenza: 1.710 m.
Dislivello totale: 1.549 m.
Località di Partenza: Chamen, Bionaz, Valpelline.
Tempo salita: 4 ore
Difficoltà escursionistiche: MS
Esposizione: SO, S
Mappa: IGC foglio 115 – La Valpelline, Valle di Ollomont, Valle di St. Barthelemy, scala 1:30.000
Appoggio: bivacco Ceresa – Sassa, 2.987 m.

Accesso automobilistico

Autostrada: uscita casello AOSTA EST, proseguire in direzione del Tunnel del Gran San Bernardo.

Svoltare per la Valpelline, a destra appena fuori dalla seconda galleria. Quindi procedere per Valpelline, Bionaz. Da Bionaz, bivio a sinistra per Place Moulin. Dopo aver percorso un paio di chilometri, un largo spiazzo antistante la partenza di una strada interpoderale (loc. Chamen) indica l’inizio gita.

Una palina gialla segnavia per il bivacco Ceresa – Sassa indica la partenza della gita.